2

OGGI IL RISORTO CONTINUA
AD AMARE E A SOFFRIRE

 

 Parla Alexandrina

Vorrei far vedere l’amore di Gesù per i suoi figli. Non so farlo vedere, non so dirlo, ma so comprenderlo.

Gesù ha il suo divin Cuore in fiamme: arde, arde con-tinuamente per noi.

Cosa è mai l’amore di Gesù, e cosa è mai l’ingratitudi-ne delle anime! Se io potessi aprire il mio cuore e mostrare al mondo le tenerezze dell’amore divino!

Ah, il mondo mi fugge, il mondo si perde e io non pos-so impedire la sua perdita.

Al vederlo correre verso l’abisso, al vederlo correre verso la perdizione, vado a braccia aperte, ma cado sfinita. Ho dato tutto, ho fatto tutto e non ho evitato il suo perdersi!  S (29-3-45)

Gesù mi aspetta a braccia aperte per ricevermi. Mi aspetta con un sorriso pieno di amore. Vuole posseder-mi, vuole incendiare la mia freddezza nella fornace del suo Cuore divino. Ma ah, quale vergogna, la mia! Cammino verso di Lui tanto timorosa, non posso alzare verso di Lui i miei occhi. La mia anima e il mio corpo non possono comparire alla sua divina presenza: sono nauseanti, disfatti dalla lebbra. ( in quanto vittima, sente su di sé i peccati per i quali deve espiare)

Odo una voce che mi chiama. Mi attira la dolcezza della sua chiamata. Devo andare, voglio andare: se non vado mi perdo. Devo piangere, voglio piangere. Vedo che è perfetto, molto più perfetto che le mie lacrime siano di dolore e di amore: il timore , che resta più terra terra, è lontano dal salire all’altezza dell’amore. Il mio cuore sale, lascia il mondo, lascia il corpo, vede nelle altezze la grandezza e l’amore dell’Infinito. S (26-7-45)

“Tu, mio Gesù, vuoi che tutta l’umanità sia salva. Quale bontà, quale tenerezza, quale misericordia, quale amore quello del tuo divino Cuore. Ecco la tua vendet-ta, il tuo castigo per la nostra ingratitudine: il volere Tu salvarci tutti. S  (17-4-45)

 

Parla Gesù

Guai al mondo se non si converte! (...)

L’odio, la vendetta, la superbia, l’ambizione perdurano ancora nel cuore degli uomini (è appena finita la 2° guerra mondiale).Pensano a nuove lotte e si preparano (lo stiamo vedendo!).

Io vorrei prostrarmi davanti ad ogni uomo per chieder-gli di non offendermi.(...)  S (14-6-46)

Con quale dolore, figlia mia, Io e mia Madre benedetta contempliamo dal cielo la terra! Quale iniquità, malvagità, quale corruzione!

Non sono Io che lascio i peccatori: sono loro che mi scacciano.

Non bado al fatto di vederli macchiati, nè al fatto che mi offendono molto. Io li chiamo con la mia tenerezza, la mia dolcezza e bontà di padre (“padre” in quanto col suo Sangue ha generato la nuova umanità).Non mi ascoltano!

Fa’ che essi mi prestino attenzione, fa’ che mi amino!

Ti chiederò questa settimana (di sopportare) sei attacchi violenti del demonio. (ecco il compito delle anime-vittime: soffrire per riparare) S (5-10-46)

 

Alexandrina sente in sé i sentimenti di Gesù.

Mi è impossibile descrivere il dolorosissimo martirio che mi viene nell’anima quando si avvicinano le perso-ne che vengono a farmi visita. (...) Quando, venendo i visitatori e provando questo mi sento morire, sento in me una vita che, nonostante io li veda così nauseanti, li vuole abbracciare e vuole persino inseguirli, non abban-donarli fino a prenderne possesso. Solo Gesù vede e comprende il mio martirio: mi causano fastidio, nausea e orrore, eppure li vorrei tutti presso di me! (Quanto soffre Gesù avvicinando i peccatori abbruttiti dai vizi più ributtanti! Lui, Purezza somma!)

La mia croce, non sono io a portarla: è Gesù. Portandola da sola, mi sarebbe impossibile fare un pas-so.. S  (10-9-48)

 

Alexandrina commenta.

Gesù, (nella sua opera di redenzione) non escluse creatura alcuna dal suo Cuore amante. Vidi ed esperimentai bene quanto Egli amava! S.(15-10-48)

Egli ama quando consola e ama quando ferisce. E’ sempre amore, amore senza l’uguale. S (26-12-52)

 

Nei seguenti tre brani risalta il compito di Alexandrina come messaggera di Gesù.

(dopo una trasfusione di sangue). Rimasi in un mare di fuo-co. Le fiamme uscivano dal Cuore di Gesù con tanta intensità che parevano incendiare il mondo.

Questo fuoco mi trasformò: rimasi più forte.

“O mio Gesù, sento in me la tua forza e sento il tuo dolore”.

“Va’ in pace, sposa cara, porta con te tutta la mia pace e va’ a dare agli uomini questo amore, dicendo loro quanto li amo e quanto sono buono.

Coraggio, coraggio!”) S (22-4-49

(dopo una trasfusione)  Figlia mia, figlia mia, Gesù ha infuso nel tuo cuore il fuoco ardente del suo divino Cuore: è fuoco che ama, è fuoco che consuma. E’ l’amore che Io voglio, che Io esigo che tu dia alle anime.

Ho sete, ho sete di cuori. Sono così pochi, così rari i cuori ardenti, i cuori assetati del mio divino amore! Nel mondo, figlia mia, ve ne sono così pochi che mi amano, così pochi che riparano il mio divino Cuore!

Tu, che fosti scelta da Me, fa’che per mezzo tuo Io sia amato follemente.(...) S  (9-3-51)

Dalla piaga del suo divin Cuore usciva una fiamma di fuoco in una sola vampa che si spandeva su tutto il mio essere come onda agitata del mare.

Vidi che quella vampa di fuoco non rimaneva solo in me, ma si propagava per tutto lo spazio. Tutto era fuoco, tutto era amore di Gesù.

“O mio Gesù, almeno che in questo fuoco del tuo amo-re si immergessero tutti i cuori e neppure uno solo rimanesse senza amarti!”

“Soffri, soffri, perché Io sia amato”. S (27-5-49)

 

Gesù ringrazia Alexandrina per la sua opera.

“Grazie, sposa mia! Come per mezzo del tuo dolore posso offrire al mio Eterno Padre una grande ripara-zione mediante la quale molte anime sul punto di cadere nell’inferno saranno salve, così pure per mezzo tuo, come premio di tanto soffrire, do il mio amore divino a quante anime lo desiderino e te lo chiedano: esso si estende al mondo intero”. S (3-6-49)

 

L’amore trattiene dal castigare

Alexandrina sente in sé la vita, i sentimenti di Gesù

(...) Io non so cosa sento. Ho in me un potere superiore al mondo, che può punirlo, castigarlo. Pare che stia per farlo ad ogni momento.

Non so quale forza trattiene questo potere: esso non castiga, indietreggia; rimane come se gli cadessero le braccia, senza potersi muovere per castigare.

Questo potere ha sguardi tenerissimi; fissa il mondo con compassione.(...) S  (13-1-50)

Senza saper come, volevo il mondo e non tolleravo di vederlo. Lo volevo e non ero io a volerlo. Lo volevo e sentivo che era Gesù a volerlo con tutto il suo divin Cuore, che era Lui ad amarlo infinitamente ed allo stesso tempo era sazio di lui e non lo sopportava davanti al suo volto e ai suoi sguardi divini.

Sono ignorante (...) Parlate Gesù e Mammina per me! S (31-3-50)

 

Gesù le dice:

“Io dovrei irritarmi, sentirmi nauseato, sgomentarmi per la maggior parte delle anime e, come vedi, ho sem-pre il mio divin Cuore aperto per riceverle. Le amo, le perdono, le invito, faccio di tutto per loro.

La tua stessa vita, figlia mia, è un invito continuo, è luce che mai si spegne per indicare loro il cammino”. S  (8-6-51)

 

Gesù rincorre il peccatore

Alexandrina  impersona il peccatore

Quanto più fuggivo via da Gesù tanto più la mia anima vedeva il suo divin Cuore seguirmi, e comprendeva meglio l’amore con cui Egli  mi amava. Quanto più mi assentavo, tanto più Egli correva a me per attirarmi a Sé, e più io lo facevo soffrire! S  (2-2-51)

(Alexandrina ha chiesto perdono  per aver sentito paura) “Sei perdonata. Sai bene, figlia mia, che il tuo Gesù tutto perdona. Ciò che Egli vuole, è perdonare (anche) ai più grandi peccatori. Ah, se essi volessero accettare il mio perdono, persino loro, persino loro, figlia mia, sarebbero perdonati!

Essi non vogliono, non vogliono accettare il perdono del Signore. Ah, il mondo, ah, il mondo, figlia mia, ah, l’ira del Signore, l’ira di mio Padre contro il mondo!

Parla alle anime, invitale a venire a Me, al mio divino Cuore.” S  (24-7-53)

 

Dopo tutto quanto abbiamo sentito sull’ amore di Gesù, possiamo concordare con la sua affermazione:

“Non ha il perdono solo il peccatore che non vuole essere perdonato”. S  (2-6-50)

 

Segue un gruppo di “appelli” che Gesù fa al mondo attraverso le labbra di Alexandrina, durante le estasi pubbliche.

Venite a Me voi tutti che soffrite, ed entrate nel mio divin Cuore! Venite a me voi tutti che desiderate ansiosamente amarmi e bevete in questa fonte che non si esaurisce.

Io sono amore, amore, infinito amore, eterno amore.

Venite, venite a Me voi tutti, e anche consolate il mio divin Cuore! Ditemi continuamente che mi amate e chiedetemi continuamente il mio amore.

Il mio divin Cuore vuole darsi, darsi, vuole volare a tutti i cuori. S (14-3-52)

Venite a Me, venite a Me senza timore: voglio abbracciare tutti i peccatori, voglio perdonare tutti i loro peccati.

Venite a Me, venite a Me: sto a braccia aperte, voglio abbracciarvi! S (13-6-52)

“O figlia mia, quanti crimini! Che incendio di vizi! Il fuoco si è ravvivato.

Solo la rugiada del dolore, il sangue della immolazione lo possono spegnere.

Il Cuore divino di Gesù è triste, molto triste, tristissi-mo. Voglio amare, voglio amare, voglio essere amato, voglio essere amato. Amo e voglio regnare, regnare nei cuori e nelle anime, trionfare nel mondo intero, da un polo all’ del mondo.

Venite a Me, cuori freddi, venite a Me, cuori impietriti, venite a riscaldarvi, venite ad incendiarvi nella fornace ardente del mio divino Cuore! Venite a riscaldarvi, venite a modellarvi nel modello divino che è Gesù. S (1-8-52)

Affrettatevi, affrettatevi a consolare il Cuore divino di Gesù e il Cuore immacolato di sua Madre benedetta! Affrettatevi, affrettatevi a riparare la giustizia di Dio oltraggiata!

Ascoltate, ascoltate, vi parla Gesù, vi parla il Signore: amatemi, amatemi, fate che io sia amato! Chi ama si dà, chi si dà accetta tutto.

Io voglio ricevere, voglio ricevere, voglio dare, voglio darmi. Voglio dare, dare molto, dare sempre alle anime riparatrici. Voglio darmi, darmi interamente alle anime che vogliono possedermi.

Ascoltate, vi parla Gesù nel cuore e tramite le labbra della vittima di questo Calvario. E’ sublime, sublime ma ardua, molto ardua la sua missione.

Aiutatela, sostenetela; mani all’opera! S  (31-10-52)

Il Cuore divino di Gesù trabocca di amore, lancia come delle faville su tutta la terra, su tutti i cuori e su tutte le anime le stesse fiamme, lo stesso incendio d’amore.

E’ padre, e padre buono: vuole darsi, darsi e fare che tutti i figli suoi ardano nelle stesse fiamme, nello stesso incendio d’amore.

Ascoltate, ascoltate la voce del misericordiosissimo Gesù! Egli parla mediante le labbra della sua vittima, della eroina di questo Calvario.

Attenzione, attenzione: molta orazione, molta penitenza! Presto, presto, presto! Ahi, il mondo, povero mondo! Presto! Presto a riconciliarsi col suo Dio, presto, presto!

E’ urgente placare la giustizia del Signore. Ascoltate, ascoltate, date retta all’appello di Gesù! S (23-1-53)

E’ qui il Signore: è sceso dal cielo, è venuto a riposare in questo cuore, in questo Calvario.

E’ qui il Signore con tutto il suo amore, con tutta la sua misericordia. (...) E’ qui Gesù, è qui con dolore, il dolore pungente del suo divino Cuore.

“Parla, parla, figlia mia , comunica le mie tristezze, le mie afflizioni! Spine e pugnali trafiggono il mio santissimo Cuore: sono i peccatori, sono i figli miei che non hanno, non hanno compassione del loro Dio, del  loro Padre, del loro Gesù.

Parla, parla, figlia mia: dì quanto soffre e quanto ama il tuo Sposo, il tuo Amore!” S (30-1-53)

Ho fatto di questo calvario un calvario di salvezza come in un’altra ora fu il mio.

E’ da questo calvario che io grido attraverso le labbra della mia vittima: venite a Me, venite a Me, figli miei! venite a Me, che solo per amore vi ho creati, solo per amore vi ho dato il cielo.

Io sono il Gesù della Galilea, Io sono il figlio della Vergine Maria, Io sono il Gesù che fu immolato, Io sono il Gesù che per voi diede tutto il suo sangue. 

Ho creato questo calvario, ho collocato in esso la mia vittima per la continuazione della stessa opera reden-trice, della stessa opera di salvezza.

I peccatori, i peccatori, oh, come mi feriscono i peccatori!  (3-4-53)

Sono disceso, sono disceso a questo cuore puro e amante. Sono disceso dal paradiso, sono venuto a questo calvario a dargli gli ultimi ritocchi, ritocchi divini, ritocchi di grazie, ritocchi d’amore. Colloqui per le anime, colloqui che sono stati per le anime.

Sono disceso, sono disceso e ancora una volta vengo a chiedervi: voglio essere amato, voglio essere amato. Sono il Signore dell’amore.

Il mio divin Cuore è soltanto amore. Sono il Signore, sono il Signore. Il mio divin Cuore è pieno di miseri-cordia. Voglio perdonarvi, voglio perdonarvi. Venite a Me, o peccatori! E’ ancora una volta che Gesù chiede: <si faccia orazione, si faccia penitenza! O mondo, o mondo crudele, cessa di colpire con la lancia, cessa di colpire con la lancia e di pugnalare questo Cuore divi-no questo Cuore che è tutto amore!>

Allerta, allerta, peccatori! Allerta, allerta, umanità intera! Allerta, cuori che mi amate! Allerta, cuori che mi offendete! Allerta, allerta, allerta perché il Signore sta per punirvi!

Coraggio, fortezza e amore da parte di coloro che già mi amano. Penitenza, penitenza, emendazione di vita da parte di coloro che tanto mi offendono, che tanto mi offendono! S  (13-11-53)

E’ qui il Signore del paradiso, il Re del cielo e della terra. E’ qui per amore e solo per amore.

Ho scelto questo calvario per amore ai peccatori, per amore all’umanità intera. Posso dargli un nome. Sono Io, Gesù, a dargli il nome: < calvario dei peccatori>.

E’ stato per amore, solo per amore che ho scelto questa vittima per salvare a migliaia, a milioni i peccatori. E’ stato per amore, solo per amore che ho scelto questa vittima per infervorare i cuori che già da molto tempo mi amano, ma per incendiarli di più, molto di più, sempre di più.

E’ tanto piccolo il numero delle anime vittime! E’ tanto piccolo, tanto piccolo il numero delle anime che lascia-no tutto per donarsi a Me, che soffrono tutto per amore a Me, per consolarmi. E’ tanto piccolo il numero delle anime che mi amano!

Io voglio amore, voglio essere amato. (...)

Io sono triste! Sono tristissimo! Il mondo, il mondo, i peccatori non ascoltano la mia voce, non danno retta, non danno retta alle mie richieste.

Povero mondo, povero mondo! Poveri peccatori!

Ho scelto questa vittima per riparare il mio divin Cuore, per placare la giustizia del mio Eterno Padre e per dare onore e gloria alla Santissima Trinità, alla Santissima Trinità! S (20-11-53)

 

Gesù invita all’Eucaristia e alla preghiera del Rosario.

“Ascolta, innamorata folle delle anime, ascolta, innna-

morata folle dell’Eucaristia!

Io sto qui (nel tabernacolo) solo per amore; gli uomini non comprendono questo amore.

Sto qui per essere alimento e vita; gli uomini non vo-gliono alimentarsi e vivere della mia vita.

Parla loro del mio amore! Tu che sei stata creata per essere distributrice di tutto ciò che è mio, parla, mia innamorata, parla, mia sposa, della mia Eucaristia. Chiedi alle anime di venire al tabernacolo e di vivere del tabernacolo!”

Mostrandomi la corona del Rosario, mi fece sentire come se me la intrecciasse molto stretta nelle mani e continuò:

“Parla del Rosario, di mia Madre benedetta. Parla alle anime dei grandi mezzi di salvezza”.

Io vidi che Gesù irradiava amore. Sentii che era tutto dolcezza e carità e vidi che le sue piaghe versavano sangue vermiglio, molto vermiglio. S  (26-11-54)

 

La nota persistente della richiesta d’amore da parte di Gesù si fa sentire anche nel seguente piccolo dialogo con la sua messaggera.

“O Gesù, Gesù, quale fonte è il tuo divin Cuore! (...) E’ un vaso che trabocca.

Da tutte le parti vedo cervi, vedo uccellini. Io so, Gesù, che uccellini sono, ma ora non so dire.

Ma coloro che bevono con avidità sono così pochi, mio Gesù, nevvero?”

“Sono quelle anime, figlia mia, che hanno la vera sete del mio amore, la sete di vivere e di alimentarsi di Me. Ma le altre!...Le altre! Si allontanano dalla vera fonte. Vanno a bere alla fonte dei piaceri, dei vizi; vanno ad immergersi nel mondo, nella corruzione del mondo abbandonando il loro Dio.

Io, come padre, ho dato la vita per tutti. Soffro, soffro, piango.

Soccorrile, soccorrile! Le chiamo, le invito. Sono figlie anche del tuo sangue, dei tuoi dolori, figlie della tua immolazione, vittima amata, vittima cara.

Se gli uomini comprendessero l’amore che Io ho per le anime, non mi farebbero opposizione, non perseguite-rebbero quelle anime scelte, quelle anime che vivono solo in Me, di Me e per Me. Se fosse compreso il mio amore, sarebbe compresa la mia vita, la vita di queste anime elette, di queste anime di alta, alta e nobilissima missione”. S (7-8-53)

 

Gesù si fa sentire distante da Alexandrina per stimolare una sua reazione d’amore.

“O Gesù, dove sei? Io ti vedo tanto distante! E’ tanto grande la distanza che mi separa da Te! Io credo perché credo (Eu creio porque creio), credo perché Tu lo hai detto: mi dici che sei Gesù e io ho fiducia; mi dici che sei nel mio cuore, e io ci credo, Gesù, ma ti sento alla massima distanza. Che desolazione, quella della mia anima!”

“Sai, figlia mia, sai, sposa cara, perché faccio questo? Perché tu senta e faccia sentire e conoscere il mio dolore: è a distanza che stanno le anime; quelle per le quali il mio divin Cuore fu aperto, quelle per le quali fu versato tanto sangue da tutte le mie piaghe. Fuggirono, fuggirono, si dimenticarono di Me”.

“O Gesù, non posso consentire questa assenza. Hai ragione di lamentarti, mio Amore. Non posso sopporta-re questa separazione. Io pure Ti sono fuggita, come Tu ti lamenti? Io pure sono andata lontano, molto lontano!”

“Mai, mai, figlia mia! Sei vissuta sempre presso di Me come un agnellino presso sua madre. Io ho trovato delizia in tutto il tuo vivere.

Mostra, mostra chiaramente che cosa è questa assenza. Sono Io che non ne posso più, che non posso vivere altro tempo separato dalle anime che sono mie.

Che cosa è mai l’amore divino, l’amore infinito!”

“Vedo, Gesù, vedo e comprendo: è amore infinito, è dolore infinito.

Vorrei riparare e non posso, mio Gesù. Vorrei riparare per questo dolore, per questa assenza e non posso! Vorrei radunare le anime, vorrei unirle in questo amore affinchè Tu dimenticassi questa separazione”.

“Ah, quanto soffro, figlia mia! E’ tanto profondo il mio dolore! E’ tanto viva, tanto viva la mia piaga!”

“Completa l’opera ( di vittima in me). mio Gesù. Il mio cuore, con la tua divina grazia, può ancora resistere (a sopportare) tutta la profondità di questo dolore. A tutto il resto che mi ferisce aggiungi questo in più. Pensa ora solo al tuo amore, non pensare a me. Estendi il tuo amore, Gesù, estendilo a tutte le anime.

Io voglio che tutte ti amino, che nessuna ti offenda. Voglio soffrire per tutte”.

“Va bene, mia eroina, anima forte e sublime. Sei generosa in tutto il tuo vivere! Resterai con questa sofferenza. (...)

Soffri con gioia, nascondi il tuo dolore: soffri sorridendo, soffri amando. (...)” S (2-3-51)

   

PARA QUALQUER SUGESTÃO OU INFORMAÇÃO