CAPITOLO 6

UMANITA' E GIUSTIIZIA DIVINA

Qui si presentano alcune pennellate di descrizione dell'umanità peccatrice, seguite da minacce della giustizia divina.

Umanità.

Quanto Alexandrina sente

Alexandrina, in quanto vittima, a volte si sente essere lei stessa il mondo nelle tenebre del peccato e in rivolta contro Gesù a volte sente pentimento e venerazione per Gesù e partecipa al suo dolore per l'umanità degenerata.

Che notte tanto tenebrosa nella mia anima! Mi spaventa tanta oscurità, tanta tristezza che va per il mondo: tutto è mucchi di malvagità e di miserie.

Io vedo tutto il mondo in tenebre, in un sonno di morte.

Si innalzò una torre di odio, di invidia, di orgoglio e di ogni specie di peccati: questa torre era immensa e io regnavo in essa. E io, non soddisfatta solo del dominio del mondo, miravo al dominio di Dio. Volevo essere più di Lui.

Ero in una notte tenebrosa e triste, ma ero tanto orgogliosa e superba da non poterlo essere di più. Stavo come nel più alto trono e con nessuno superiore a me. Gesù, il povero Gesù, stava come uno straccio inutile, calpestato: era un nulla. Gli voltai le spalle, Lo disprezzai, mi dimenticai di Lui. Io mi sforzavo di umiliarmi, ma la superbia non me lo permetteva. Mentre la mia povera anima sentiva così, il mio cuore pareva tremare di paura. Gesù mio, mio Gesù, passate Voi sul trono in cui sto io perché questa dimora è vostra: Voi siete il mio Re, il mio Signore, Colui che è superiore a tutto. Lasciate che sia io quello straccio, quel nulla dal quale mi avete tratto.

Io sentivo il mio Gesù tale e quale come se Lo vedessi, a contemplare il mondo in tenebre; lo contemplava con tale dolore che il suo Cuore divino pareva agonizzare per il dolore. Era come un padre che voleva salvare i suoi figli in pericolo, e non poteva. Oh, quale amarezza!

Solo la forza di un Dio che soffre in me può sopportare il dolore che la perversità dell'umanità causa a Gesù. Sento attraverso la mia anima il dolore che sente Lui. E sento grande necessità di piangere notte e giorno lacrime di sincero dolore e pentimento. Sento che tanti le dovrebbero piangere e non piangonp. Sento la durezza e l'ingratitudine di tanti cuori. Sento che il mondo è tutto un solo crimine: è stato coperto, o meglio, invaso dai crimini. Sento che Gesù non può più sopportarlo. Sento che deve castigarlo con tutto il rigore della sua giustizia divina.

Gesù grida, grida, mi chiama, vuole abbracciarmi. L'inferno rabbioso mi afferra mostrandomi la mia corruzione, il mio male irrimediabile. Mio Dio, mio Dio!

Gesù si rivolge all' umanità.

Guarda le nubi nere che ti separano dal tuo Dio: sono le nubi del peccato. Solo a costo di tutta la sofferenza tu potrai di nuovo unirti a Lui... Riàlzati, cambia strada! Non è questa quella che io ti ho scelta: questa è quella di perdizione. Vieni, séguimi! Il mio cammino è difficile, ma qui non hai altra cosa che ti prenda se non il mio amore e, ogni tanto, trovi dolcezza. In quello della perdizione ti prendono il fango, la melma, i tuoi appetiti, le passioni disordinate: è per condannarti.

Riàlzati, séguimi!... Se, irritato, ti riprendo, non mi temi; se ti chiamo con dolcezza, non mi dài retta!...

Piango perché ti amo. Tu vuoi fuggirmi. Piango perché ti ho creata e preparata per me.

Gesù si rivolge ad Alexandrina.

Io piango perché i peccatori dormono nel peccato e io grido notte e giorno: Svegliatevi, rialzatevi, uscite da lì! Ma non mi odono: è sonno mortale.

Voglio unà campagna forte di orazioni di anime innocenti e cuori puri insieme a quelle dei fanciulli, che sono puri di corpo, di anima e di cuore. Altrimenti si vedrà piombare dal Cielo sulla Terra, con tutto il rigore, il peso della giustizia divina.

Coraggio! Il mondo ha bisogno di purezza, il mondo ha bisogno di dolore (di espiazione), il mondo ha bisogno di amore, il mondo ha bisogno di anime crocifisse. Avanti, figlia mia! In unione con mia Madre benedetta, esso sarà salvo.

...Il mondo è in grande pericolo, sta per precipitarsi in un abisso di rovina, sta sulla bocca di un vulcano di distruzione...

Chiedi senza sosta al mondo che non mi offenda; digli che faccia orazione e penitenza; chiedigli che tema la giustizia di Dio. Giacchè l'amore non lo smuove, lo smuova almeno il timore della giustizia divina, della giustizia di mio Padre. –

Ad Alexandrina che chiede a Gesù se non potrà mal vederlo lieto e consolato, risponde:

Mai più, mai più, figlia mia, perché mai più il mondo cessa di peccare. –

(estasi pubblica)

Parla alle anime, figlia mia: parlo io attraverso le tue labbra, manifestando la mia divina volontà. Parla alle anime, parla alle anime! Bussate, tornate a bussare, martellate e di nuovo martellate, amici miei, amici della mia Causa! Io sono contento (di voi), ma non basta: non perdete tempo, approfittate del tempo! Bussate, bussate, martellate, martellate di nuovo! Che onda, che onda, che mare senza fine di vizi, di iniquità! Il mondo dorme, il mondo dorme: bussate, bussate, martellate, martellate ancora! Non permettete che il mare dei vizi dia la morte eterna alle anime!

Giustizia divina.

Alexandrina vittima espiatrice.

Il mio cuore cominciò ad ardere e sopra questo fuoco ardente cadde un mondo di miserie che portava con sé tutta la malvagità e il furore infernale. Sopra a questo mondo venne il Cielo. Si ingaggiò una lotta, una grande guerra: il Cielo contro la Terra, la Grandezza contro il Nulla, la Purezza contro il Fango!

Abissi tremendi! E il Signore, irritato contro di me (Alexandrina rappresenta l'umanita), gridava vendetta. Pareva vi fosse tempesta in Cielo; la Terra dava urla e si apriva per ingoiare l'umanità.

Il Signore mi gridava: - La giustizia di Dio deve punire, deve essere soddisfatta: o soffre il peccatore, o soffre l'innocente.

...Vendetta! Vendetta! Chi deve non paga: paga tu che sei mallevadrice. O pagare o morire.

...Pagami! Bada bene: o tu mi paghi o io verrò a svegliare il mondo dalla notte di morte in cui vive per causa del peccato. L'innocente che si offre vittima soffre espiando al posto del peccatore. Pagami: sei mallevadrice, garante per il mondo. Se non mi paghi, verrò su di esso con tutta la giustizia per punirlo eternamente.

La presenza del Signore nella mia anima era terrificante e la sua giustizia divina cadeva su di me con violenza. Tutte le ossa e i nervi sembravano scoppiare, schizzare in pezzetti e rimanere sbriciolati.

Non costano le nostre offerte a Gesù, dirgli che tutto il corpo è suo; dirgli: sono vostra per il martirio e per la croce. Ma quando si sentono i rigori della sua divina giustizia, quando Egli dà segno di averci presi sul serio e di essersi utilizzato del nostro fragile strumento per salvare così il mondo, allora c'è da morire! Quanto tremenda e terrificante è la giustizia divina!

Sta armata contro di me. Io non tento di fuggire: non vi riuscirei. Come può essere questo? Gesù non ha sulla Terra nessun altro da castigare. Sono io, solo io che merito castigo; sono io e sempre io ad essere coperta di tutti i peccati. L'inferno si apre sotto di me: sto per cadervi, neppure un sottile filo mi tiene.

Mi pare di avere orecchie aperte verso ogni parte della Terra e di udire da ogni parte la voce del dolore e di una spaventosa perturbazione. Tutto il mio essere pare venire tempestato da una pioggia di spine acute che lo penetrano. Piange il cuore, piange l'anima piena di agonia. La giustizia del Signore mi affossa portandomi negli abissi e disfacendomi sotto il suo peso.

(un breve, toccante dialogo):

La peste dei tuoi vizi ha invaso il mondo. Disgraziata! Neppure tutti i crimini dei dannati dell'inferno ti lascerebbero coperta tanto come sei. Non ti lavi mai, se non col sangue delle vittime innocenti. Cada su di te l'ira di Dio: un fuoco di maledizione! - Io ero tutta sola in un mondo cupo e corrotto. Con molto sforzo perché non potevo respirare, dicevo al Signore: - O Gesù, cada su di me e sul mondo intero il fuoco del vostro amore: sia questa la vostra maledizione. Io non ricuso di darvi il mio sangue s'no all'ultima goccia; in cambio voglio solo amore. È con esso e col mio dolore che io comprerò le anime.

La sua giustizia divina cadeva su di me, ma si mitigava verso la Terra colpevole.

Accorati appelli di Gesù.

Ascoltate e state attenti! Preparatevi alla battaglia: armatevi con la grazia, la preghiera e la penitenza. L'umanità, povera umanità! I peccatori, poveri peccatori! Desiderereste non avere occhi per non vedere, orecchie per non udire, cuore per non sentire, né ragione per non comprendere. Preparatevi, preparatevi, se volete salvarvi! O figlia mia, figlia mia, ah, quanto doloroso è questo sfogo!

...Preparatevi per la battaglia: riempitevi di Gesù per essere forti. L'Eterno Padre, l'Eterno Padre sta per applicare la sua giustizia sulla Terra, con tutto il suo rigore. Povero mondo, che non dà ascolto alla voce di Gesù e alla voce della sua Madre benedetta!...

…Il mondo, il mondo! In quale stato si trova il mondo! La Terra, la Terra colpevole, il cimitero delle anime! Svegliale, figlia mia, svegliale, figlia mia! Falle risvegliare alla grazia, a Dio, al Cielo. Il mondo, il mondo, i peccatori sono sordi. Guariscili con le tue sofferenze, dà loro il balsamo della tua croce. È urgente, èurgente! È già tardi, molto tardi! E urgente una vita pura, è urgente una vita di riconciliazione della Terra con il Cielo. È tardi, è tardi, è già molto tardi! Da quanto tempo io chiamo! Ai corpi non può essere risparmiata la giustizia del Signore, la meritata, la milioni di volte meritata giustizia per tanti, tanti crimini! La giustizia cade, la giustizia cade! Soccorri le anime, figlia mia, soccorri le anime, figlia mia! Salva le anime, sposa mia!

 

   

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