Solo per amore

Questo lavoretto è una ricostruzione dei momenti salienti della vita e della spiritualitài della beata Alexandrina, fatta con brani dei suoi scritti,  tradotti dai coniugi Chiaffredo ed Eugenia Signorile, dai dattiloscritti portoghesi (copie dei manoscritti originali usati per la Causa della Beatificazione) scelti e ordinati cronologicamente.

AVVERTENZE E SIGLE — Le frasi riportate dagli scritti di Alexandrina, o da altri testimoni, sono stampate con margine sinistro più largo.

Ogni scritto è munito della fonte dalla quale è stato tratto, con data.

Le sigle usate sono : A (autobiografia), L (lettere a p.Pinho), L” (lettere a don U.Pasquale), Ld (lettere a diversi), S (Sentimentos da alma), No C (No Calvário de Balasar, biografia fatta da p.Pinho), C G (Cristo Gesù in Alexandrina, di don U.Pasquale), PGA (La Passione di Gesù in Alexandrina, di don U.Pasquale).

Summ (Positio super Causae Introductione)

Il segno (...) indica un pezzo dell’originale omesso per brevità , mentre i  puntini...senza parentesi sono nel testo originale.

Nella traduzione si è usato quasi sempre il “Tu” nei riguardi di Gesù e di Maria, in conformità all’attuale usanza italiana, perché il lettore potesse più facilmente “fare sue” certe espessioni che Alexandrina rivolge a Loro . Alexandrina stessa usa il “Tu” quando prorompe in slanci d’amore tanto infocati che annullano le distanze.

INTRODUZIONE

Questa nuova biografia sulla Beata Alexandrina, di Eugenia Signorile impegnata a diffondere in Italia la conoscenza di tanto grande mistica, evidenzia l’urgenza della riparazione [1].

 

A)  Il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria corredentrice e mediatrice, ci chiamano a riparare le offese fatte a loro, a restituire quell’amore che i peccatori rifiutano.

L’Addolorata, la creatura più associata nella riparazione al dolore dell’unico Redentore, vuole condividere con altre anime riparatrici la sofferenza espiatrice del Cuore di Cristo.

Così il Sacro Cuore nelle sue apparizioni a S.Margherita Maria Alacoque quando, manifestando il suo Cuore, si lamenta e le dice:

“Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini, e in cambio non riceve che ingratitudine!...Almeno tu ripara!” (Autobiografia n.53). Ed ella si offre come vittima d’amore alla santità di giustizia di Dio.

B)  Nella storia della spiritualità, in un rapido excursus, osserviamo:

— Nel ‘700 spicca la grande mistica espiatrice S.Veronica Giuliani.

— Il servo di Dio Antonio Rosmini insegnava ad offrire in riparazione il proprio sangue insieme al calice del sangue nella messa, come un voto implicito di vittima

— Il messaggio della Madonna piangente a La Salette è un commovente richiamo alla conversione riparatrice

— S.Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo si offre come vittima al suo Amore misericordioso

— A Fatima la Madonna manifesta il suo Cuore circondato dalle spine (13 giugno, apparizione centrale) e chiede con insistenza ai pastorelli se vogliono offrirsi a Dio “in atto di riparazione dei peccati con cui Egli è offeso” (13 maggio, apparizione antecedente),“in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria” (13 luglio, apparizione seguente).

    I pastorelli hanno risposto con estrema generosità alla vocazione riparatrice, con penitenze anche eccessive (cilicio, sete).

— Nell’800 e nel ‘900 si sviluppano ordini e congregazioni dedicati alla riparazione, come le Serve di Maria riparatrici, l’ordine del Santo Volto.

— Maria Pierina De Micheli in un venerdì santo sente la voce di Gesù Crocifisso, esposto al bacio dei fedeli nella chiesa di S.Pietro in Sala, la voce che le dice:

    “Nessuno mi dà un bacio d’amore in volto per riparare il bacio di     Giuda?”

C)  Riparare vuol dire restaurare, restituire, supplire con l’amore alla mancanza d’amore verso Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. La bilancia che pende da una parte sotto il peso dei peccati, viene riequilibrata da un solo atto d’amore.

Riparare significa restituire all’ordine precedente un tessuto lacerato, un organismo piagato, per riportarlo all’armonia primigenia.

Sta qui il mistero del Purgatorio, di cui Alexandrina ha parlato diffusamente offrendosi in espiazione riparatrice per le anime purganti [2].

D)  Così Alexandrina, che Gesù sceglie e dichiara ripetutamente come “la più grande vittima”.

Tale espressione – se non si vuole intendere come un superlativo assoluto - vale per ogni anima vittima, in quanto ciascuna ha una sua grandezza singolare irripetibile.

E)  Tutti i martiri sono anime riparatrici, e il secolo XX ne ha avuti più di tutti i secoli precedenti.

Vittime riparatrici mistiche contemporanee di Alexandrina sono: Marthe Robin, Teresa Neumann, S.Padre Pio, Luisa Piccarreta, la venerabile Lucia Mangano, Teresa Musco, la venerabile Madre Speranza, Maria Valtorta.

Tali persone, come altre sparse nel mondo, sono per lo più stimmatizzate.

Esse costituiscono quasi una comunità mistica di riparazione.

Tra le anime riparatrici mistiche emerge Madre Carmela della Croce, la mistica clarissa che ha fondato l’Opera “Piccole vittime dei Desideri di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria”.

F)  La missione ed il programma di Alexandrina si riassumono in questa frase: “mi sono offerta quale vittima al Signore... soffrire, amare, riparare”. E Gesù conferma:

“Il Tabernacolo, il Rosario e le mie vittime, la vittima di questo Calvario, sono sufficienti perché al mondo siano dati il perdono e la pace” [3].

 

Giulio Giacometti- Piero Sessa

INTENTO

Quale pigmeo che contempla un gigante, ho rivolto il mio riflettore su vari punti di quella grande figura che è la Beata Alexandrina, animata dal forte desiderio di accendere nel lettore santi stimoli di imitazione e di apostolato.

Incapace però di esprimere adeguatamente quello che ho veduto, ho pensato di far parlare Alexandrina stessa, facendo una composizione con brani dei suoi scritti, ordinati cronologicamente, per quanto possibile.

E’ nata così questa “quasi autobiografia”.

Auspico però che qualche studioso, credente illuminato e di cuore puro, faccia un giorno una bella e completa biografia, come si merita questa grande Beata.

Affido ogni cosa alla Vergine Immacolata, con il cuore tutto vibrante di amore ardente e fiducioso. 

Eugenia Signorile
8 dicembre 2005
giovedì 

ANTEFATTO

Alexandrina vede la luce il 30 marzo 1904, ma un “suo segno” sulla terra era già comparso nel 1832! Vediamo come.

Nella mattinata del 21 giugno 1832, giorno del Corpus Domini, i fedeli diretti alla chiesa, passando per la frazione “Calvario” di Balasar, con stupore e tremore videro una grande croce disegnata sul terreno, formata da due strisce di terra di colore più chiaro di quella circostante. Colpi di scopa e getti d’acqua non riuscirono che a farle assumere un colore nero, come appare tuttora alla vista dei pellegrini.

Dalla deposizione del parroco di allora sappiamo che il popolo cominciò ad accorrere per vederla, offrendo fiori ed elemosine.

Con le offerte fu costruita una cappella a difesa della “Santa Croce di Balasar”. Nacque anche una Confraternita che col tempo si estinse.

Poco più di un secolo dopo, Gesù stesso svelò il segreto di quella croce, parlandone ad Alexandrina in tre estasi.

Ecco alcune Sue frasi:

“Circa un secolo fa mandai a questa parrocchia privilegiata la croce come segno della tua crocifissione.(...)

Era pronta la croce. Mancava la vittima, ma era già stata scelta nei piani divini: eri tu.

Il male aumentò, le onde dei crimini raggiunsero il loro apice. Doveva essere immolata la vittima.

Venisti: fu il mondo a crocifiggerti”. S (5-12-47)

“(...) Il mondo, il mondo, i peccatori crocifissero me, e crocifiggono te, figlia mia.

Coraggio!  Abbi compassione di loro e salvali! Lasciati mettere in croce, e sempre con gioia”. S ( 6-2-48)

La sua gioia fino alla fine in mezzo ai tormenti sempre più atroci è il miracolo più grande che si attua in Alexandrina e resterà una sua caratteristica: sarà chiamata “La santa dal sorriso”.

“(...) Sono tutte prove d’amore. O Balasar, se non corrispondi!

Croce di terra per la vittima che fu tolta dal nulla, vittima scelta

da Dio, e che è sempre esistita sotto lo sguardo di Dio. Vittima del mondo, ma tanto arricchita di doni celesti.

Vittima che al Cielo dà tutto, e per amore alle anime accetta tutto”.  S (21-11-55)

Proseguendo nella lettura ci renderemo conto di quanto sia perfetta questa definizione della nostra biografata.


[1] cfr. In “La gloria dell’Uomo dei dolori nel sorriso di Alexandrina”, il cap.”Amare, riparare, soffrire” (pp 281-291), di G.Giacometti-P.Sessa-E.Signorile.

[2] vd. E.Signorile: “Alexandrina Maria da Costa: Purgatorio nel presente e nel futuro”, In  “Sete del Dio vivente-Meditazioni sul Purgatorio negli scritti dei mistici”(pp 193-213) di G.Giacometti-P Sessa.  Ed Segno, Tavagnacco (UD), 2003.

[3] G.Giacometti-P.Sessa. “In noi una cosa sola...come Noi”- Nel vortice dei Tre, Milano 1992 (ristampa, 2004)

Su S. Margherita Maria Alacoque e sulla riparazione cfr. A Pedrini, “Margherita M.Alacoque”, in Dizionario enciclopedico di spiritualità/2, 1489-1494, a cura di E.Ancilli, Città Nuova Editrice 1990.