STRUTTARA DI QUESTO LAVORO
E ALCUNI CHIARIMENTI

Questa « quasi autobiografia » è costituita per la massima parte di scritti di Mexandrina; ma tra questi sono intercalati brani di sicure e autorevoli testimonianze. Ogni pezzo è contrassegnato con un esponente che indica il suo numero d'ordine nel paragrafo cui appartiene ; nell'Indice delle Fonti è riportato ogni esponente con accanto la fonte da cui è tratto. Questo è stato fatto per appagare il desiderio dello studioso, senza infirmare la scorrevolezza della lettura. I vani brani sono raggruppati in insiemi collegati tra loro da commenti, delucidazioni, che sono stampati con margine sinistro più ristretto. Ogni capitolo - preceduto da una pagina che ne esprime con poche frasi la sintesi - si presenta quindi come un insieme di gruppi di splendide gemme incastonate in un materiale non perfetto. Il lettore sia indulgente coi mediocri artigiani che hanno fatto il lavoro; passi oltre a questo e si fermi a gustare la preziosa sostanza che rifulge di divino: la contempli con intelletto d'amore e se ne lasci impossessare. Questo è il nostro desiderio.

AVVERTENZA SU ALCUNE ESPRESSIONI
DEL LINGUAGGIO DI ALEXANDRINA

L' esperienza mistica è intraducibile nel linguaggio umano : i modi convenzionali di comunicare tra gli uomini sono assolutamente inadeguati a tradurre l'ineffabile che si svolge nel profondo dell'anima rapita a visioni mistiche a contatto col soprannaturale ; forse la musica saprebbe esprimere con maggiore verosimiglianza lo stato che il mistico prova, i « sentimenti » che è obbligato ad esporre. Diciamo « obbligato » perché crediamo che nessun mistico avrebbe voglia di accingersi a tradurre nel linguaggio comune quello che prova, consapevole di deturparlo per l'inadeguatezza dello strumento a sua disposizione. Le pagine che i mistici ci hanno tramandato sono frutto di una « obbedienza », o al direttore spirituale o ad una voce dall'alto. Negli scritti di Alexandrina troviamo spessissimo affermato che è un sacrificio grande, fatto solo per obbedienza, questo suo dettare. Alexandrina ci mette tutta la sua buona volontà per questo gravoso compito, impegna tutte le sue capacità di espressione per tradurre nel linguaggio umano, servendosi di immagini tratte dalle esperienze della vita concreta comune, quanto vive nel profondo. Il lettore non avvezzo al linguaggio dei mistici tenga presente che le espressioni che incontrerà sovente, del tipo « Gesù (o Maria) mi accarezza, mi stringe a sé, mi bacia, mi avvolge, mi alita, mi dilata il cuore », ecc. non vanno prese alla lettera, ma intese come descrizioni di stati d'animo, come simbolismi di quanto avviene nel campo spirituale. O divina passione d'amore del Cristo ! Al suo cuore, alle sue membra tutto ha chiesto l'Amore. Ha chiesto le percosse e gli sputi, le mani trafitte e il cuore squarciato. Non era giusto che il Cristo così patisse, così subisse la morte, ma era necessario al suo Amore perché l'odio e la menzogna del mondo fossero tramutati in amore e verità dell'uomo. Se la Croce è la rivelazione più alta dell'Amore, chi oserà soffocare quella gioia « indicibile e gloriosa » che erompe dal cuore di Cristo, dei suoi discepoli, di Alexandrina ? Lei afferma : « Come è felice l'anima che conosce il valore della sofferenza ! » Gioia gloriosa, perché gloriosa è la Croce. E la gloria della Croce è l'umiltà ; è l'annientamento di Gesù su cui si riversano tutti i peccati del mondo e sono redenti. La gioia nel dolore. Nessuna malsana compiacenza della sofferenza è qui, ma il mirabile paradosso cristiano il quale attinge dalle profondità stesse dell'Amore di Gesù Cristo e si rigenera – per le anime fedeli – alla fornace ardente del Mistero Pasquale. Nel linguaggio francescano la gioia è « letizia » : una sfumatura di perdurante, soave levità. E se per Francesco d'Assisi la letizia sgorga dalla povertà e dall'umiltà, in Alexandrina da Costa scaturisce dal cuore e dal corpo devastato dalle tragiche sequenze della passione di Cristo che rivivono in lei. Come nel santo italiano, così nell'umile donna portoghese, il martirio delle stigmate è l'esperienza della gioia più inebriante. « L'ultimo sigillo » per Francesco e per Alexandrina è il sigillo della « gioia dolorosa », del « gioioso pianto » di cui è resa partecipe la creazione intera. Comprenderemo noi il messaggio della gioia nella croce, della letizia nella sofferenza, che ci affidano il corpo e l'anima di Alexandrina ? Basta che non svuotiamo la croce di Cristo ; che non profaniamo anche solo stemperandola – quella divina passione d'Amore, quel fuoco che Gesù è venuto a portare nei cuori perché il mondo avvampi ! Da queste pagine di biografia e di biografia spirituale, stese con tanto intelletto d'amore dai carissimi Eugenia e Chiaffredo Signorile, urge al cuore nostro – oggi – l'invito apostolico : "Nella misura che partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi !". Voi, che nel cuore e nel corpo portate le stigmate dolorose e gaudiose della Volontà del Padre, sentitevi confermati e benedetti dall'Amore crocifisso del Signore risorto ; sentitevi accompagnati dalla mano amica di Alexandrina da Costa e dalla sua umile voce – suo programma e nostro impegno – : « soffrre, amare, riparare », in corredenzione pasquale, in beatitudine piena.

fra' Franco Fusar Bassini cappuccino Festa del Corpus Domini del 1989

BREVE SCHEMA DI BIOGRAFIA

Per comodità del lettore, premettiamo alla biografia dettagliata una breve sintesi della vita, alla quale fa séguito una cronologia. Alexandrina Maria da Costa nasce il 30 marzo 1904 in un paesino agricolo, Balasar, a circa 50 km. da Oporto e vi muore il 13 ottobre. Trascorre l'infanzia e la fanciullezza aiutando nei lavori domestici e agricoli con lo slancio di un temperamento esuberante, ma anche con una sensibilità eccezionale per le bellezze del Creato, che la portano, fino dai primi anni, a contemplare il cielo con forte nostalgia di raggiungerlo. Cresce con un profondo spirito di preghiera e con devozione ai tabernacoli, particolarmente sentita. Il sabato santo del 1918, a 14 anni, salta da una finestra nell'orto (m.3,30) per salvare la sua purezza, sottraendosi a tre uomini penetrati con violenza nella stanza dove sta lavorando di cucito con la sorella ed un'amica. Da qui ha inizio una mielite compressa alla spina dorsale, con conseguente paralisi progressiva che la inchioderà nel letto per oltre 30 anni, fino alla morte. È dunque « martire » per la purezza, come Maria Goretti e Pierina Morosini : il martirio di Alexandrina è incruento, ma dolorosissimo per durata e per intensità sempre più crescente. Questo incidente, umanamente, è una tragedia che la rende impotente ; ma dal punto di vista divino è invece una chiamata ad una missione di una potenza straordinaria per la salvezza di moltissime anime. Infatti Alexandrina diventerà una delle più potenti anime-vittime che, seguendo il cammino indicato, anzi vissuto, da Cristo, si immolano per amore. Tutto sta nel trarre dal male il bene, con la forza dell'amore. Alexandrina dice di voler essere « figlia del dolore e madre di amore » : vuole e ci riesce in grado sommo ! È « anima pura, cuore di fuoco ». La fiamma del suo amore ardente la porta ad una tale generosità nell'offrirsi vittima di espiazione, da consentire a Gesù di farne una grande mistica : ha visioni ed estasi durante le quali viene a contatto con la realtà celeste, avendo anche colloqui con Gesù e con Maria. Fin da giovanissima profondamente devota alla Madonna, viene scelta da Gesù anche per unirsi a coloro che chiedono al Papa la consacrazione del mondo alla Madonna : le sue sofferenze devono contribuire ad ottenerla. Dal 1938 al 1942 ogni venerdì, in estasi, rivive la Passione soffrendo con una mimica tanto espressiva che chi la vede comprende ogni fase di quella tragedia. Dal 1942 sino alla morte continua a rivivere la Passione, senza muoversi dal letto, con un patire tutto intimo, ma ancora più doloroso; inoltre dal 1947 in poi sente giorno e notte anche i dolori delle stigmate, che per suo desiderio restano però mistiche, occulte. Gesù la fa passare attraverso tutte le sofferenze di ogni genere, fisiche, morali, spirituali. Inoltre, dal 1942 sino alla morte, per più di 13 anni, si aggiunge il tormento di un digiuno assoluto con anuria ; soffre per nostalgie di cibo, sete ardente e dolorose coliche e crisi di cistite. Gesù la fa vivere miracolosamente col nutrimento della sola Ostia consacrata. L'imitazione di Cristo però non consiste solo nel soffrire, ma sopratutto nell'amare e in modo tale da trasformare tutto l'essere, cosicchè gli altri vedono da lei irradiarsi la vita divina : dal suo sguardo, dal suo sorriso, dalle sue parole piene di saggezza, di dolcezza, di attrattiva verso il Cielo. « Cristo traspariva da lei come il sole attraverso il cristallo. Tutto questo attira al suo letto folle sempre più numerose di visitatori e ciascuno di essi esce da quella cameretta diverso da quando è entrato : – Stai vivendo la vita pubblica di Gesù – sente Gesù dirle in un'estasi del 1953. Gesù si serve di lei come strumento per comunicare agli uomini le sue esortazioni alla preghiera, al pentimento, all' emenda di vita, i suoi accorati appelli : il suo amore. Nel proseguire lungo la sua ascesa spirituale, Alexandrina realizza sempre di più quella « unione trasformante che S.Paolo esprime con la famosa frase : « non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me ». (Gal. 2,20). Questo affermò mons. Orazio de Maùjo nella seduta di apertura del Processo Informativo Diocesano. Infatti in varie estasi sente Gesù affermarle : – E Cristo a vivere in te. – Lei stessa sente la sua identità trasformata in quella di Cristo. Il 15-9-1950 si sente immersa in un rogo di amore immenso, infinito : « quelle fiamme, quel fuoco penetrarono tutto il mio essere: io non ero più io, ero solo Gesù ». L'umile contadina trasmette ai posteri migliaia di pagine che sono « documenti di autentico valore letterario, ascetico e persino teologico di tale interiorità che non è facile eguagliare e sopratutto una fonte di luce abbondante nel rivelarci eloquentemente ciò che è in concreto la vita mistica di una vera anima vittima », scriverà p. Pinho, suo primo direttore spirituale, nella Introduzione alla sua biografia dal titolo « No Calvario de Balasar ». Vivendo sepolta tra quelle quattro mura, senza alcuna istruzione umana di vita spirituale, segue perfettamente le orme di S. Teresa d'Avila e di S. Giovanni della Croce, condotta per diretta ispirazione da Gesù, dal quale si lascia docilmente plasmare. Il padre carmelitano Isidoro Magurilia, professore di ascetica e di mistica a Roma, dopo 4 ore e mezza di colloquio con lei, nel congedarsi le dice : – Può stare tranquilla: in tutto quanto mi disse non trovai una parola che sia contraria al Vangelo, contraria alla dottrina di S. Teresa e di S. Giovanni della Croce.

BREVISSIMA CRONOLOGIA

Pensiamo sia comodo per il lettore trovare qui una cronologia molto sintetica, che gli può servire di orientamento.

1904 : Il 30 marzo nasce a Balasar. l2 aprile, sabato santo, viene battezzata.

1911-1912 : Dal gennaio 1911 al luglio 1912, a Pòvoa a frequentare la scuola elementare. Vi riceve la prima Comunione e la Cresima.

1918 : Il sabato santo salta da una finestra per salvare la sua purezza.

1922 : Primo viaggio ad Oporto per essere esaminata dal medico specialista Abel Pacheco, il quale avvisa che non guarirà. Si mette a letto per 5 mesi consecutivi.

1923 : Nel marzo muore la nonna materna: primo grande dolore.

1924 :11 27 marzo, secondo viaggio ad Oporto, dove lo specialista Giovanni de Mmeida prevede la paralisi. In giugno partecipa con grande sacrificio al Congresso Eucaristico Nazionale a Braga.

1925 : Il 14 aprile si mette a letto per non alzarsi più.

1928 : Pellegrinaggio parrocchiale a Fatima: speranze in un miracolo di guarigione.

1928-1930 : Non avendo ottenuto la grazia della guarigione, comincia a comprendere che la sua missione è di essere vittima per la salvezza delle anime. Inizia a chiedere amore alla sofferenza.

1931-1932 : Suo cantico di offerta ai tabernacoli e primi fenomeni mistici.

Sente che la sua missione è : "soffrire, amare, riparare".

1933 : Tra il 16 e il 19 agosto ha il primo incontro con il gesuita p. Mariano Pinho, che diventerà il suo direttore. Il 18 ottobre si associa alle " Figlie di Maria" Il 20 novembre viene celebrata per la prima volta la S. Messa nella sua cameretta. In questo novembre comincia a soffrire per la perdita dei beni materiali. Viene ipotecata la casa.

1934 : Fa il "voto del più perfetto". Nei giorni 6, 7, 8 settembre sente da Gesù il ripetuto invito a lasciarsi crocifiggere, in modo concreto. Gesù le fa sentire il suo amore. Alexandrina corrisponde. Il 14 ottobre scrive col sangue il suo giuramento d'amore a Gesù. Dalla fine di agosto il demonio comincia a tormentarla nell'immaginazione.

1935 : In maggio inizia la devozione dei fioretti alla Madonna. Il 30 luglio, sente Gesù esporle per la prima volta il suo desiderio che il mondo venga consacrato al Cuore Immacolato di Maria.

1936 : Il 7 giugno, festa della Santissima Trinità, sperimenta la prima morte mistica.

1937 : Mla fine di aprile arriva alle soglie della morte; per 17 giorni sta senza poter ingerire nulla, eccetto 1'Ostia consacrata. Il 31 maggio riceve la visita del rev. p. Antonio Durào, inviato dalla Santa Sede per la questione della consacrazione del mondo alla Madonna. Dal luglio, persecuzioni da parte del demonio, con manifestazioni visibili (la sbatte giù dal letto). Il 23 ottobre cessa questa forma di persecuzione; ne inizia una più occulta, ma dolorosissima.

1938 : Il 3 ottobre, in estasi, rivive la Passione per la prima volta, da mezzogiorno alle 15. Il 24 ottobre p. Pinho, in seguito al detto fenomeno, scrive al Papa Pio XI per chiedere la consacrazione del mondo. Il 6 dicembre, terzo viaggio ad Oporto, per radiografie (dott. Roberto de Carvalho). Poi, degenza nel Collegio delle "Figlie di Maria Immacolata", con esame da parte del dott. Pessegueira. Torna a casa l'11 dicembre. Il 26 dicembre, visitata in casa dal dott. Elisio de Moura, psichiatra.

1939 : Il 5 gennaio, prima visita del canonico Vilar inviato dalla Santa Sede per la questione della consacrazione del mondo. Aumento delle sofferenze fisiche. Verso il novembre, una benefattrice di Lisbona libera la casetta dall'ipoteca.

1940 : Il 4 luglio si offre vittima, con altre anime-vittime, per ottenere che almeno il Portogallo sia risparmiato dalla guerra. Il 5 settembre scrive di suo pugno, con grande sacrificio, una lettera al Patriarca Cerejeira e un'altra a Salazar. il 6 dicembre sente Gesù assicurare che il Papa sarà fisicamente risparmiato dalla guerra.

1941 : Il 29 gennaio, il primo incontro col medico Azevedo, che diventerà il suo medico curante sino alla morte. Il 1° maggio il dott. Azevedo chiama a consulto il dott. Abei Pacheco. Il 15 luglio, quarto viaggio ad Oporto ; consulto col dott. Araùjo. Il 29 agosto, p. José Alves Terças assiste all'estasi di Passione e la verbalizza per poi pubblicarla.

1942 : Il 7 gennaio, visita di congedo di p. Pinho.

Il 27 marzo rivive per l'ultima volta la Passione con movimenti. Contemporaneamente ha inizio il digiuno totale con anuria. Il 3 aprile, venerdì santo, ha inizio una seconda morte mistica. Il 31 ottobre riceve da Fatima il telegramma di p. Pinho con la notizia che Pio XII ha fatto in lingua pòrtoghese la consacrazione del mondo alla Madonna.

1943 : Dal 10 giugno al 20 luglio rimane degente all'Ospedale di « La Foce del Douro ».

L'11 novembre sente Gesù confermarle che il Portogallo non entrerà in guerra.

Nello stesso novembre scrive, con grande sacrificio, una lettera di incoraggiamento al Papa.

1944 : Il 16 giugno viene emanato il Parere della Commissione nominata dall'arcivescovo di Braga. Il 21 giugno, primo incontro col salesiano don Umberto Pasquale. Il 25 giugno l'arcrvescovo emana una Circolare per ordinare che si faccia silenzio sui « presunti fatti straordinarii ». Il 15 agosto si iscrive tra i Cooperatori Salesiani. In un'estasi del dicembre Gesù la chiama « madre dei peccatori » e, insieme alla Madonna, le chiude nel cuore l'umanità, affidandogliela.

1945 : Con l'aggravarsi delle condizioni fisiche, inizia un malessere agli occhi, che non possono sopportare la luce. Dall'agosto, per circa tre mesi, perde giornalmente sangue. Si intensifica l'azione del demonio, come forma di riparazione, sempre senza assalti materiali.

1946 : Il 3 ottobre viene fasciata e posta su dure assi. In novembre deve subire nuovi esami che la fanno soffrire molto.

1947 : Di suo pugno, con grande sforzo, scrive una lettera-testamento per i peccatori.

In quest'anno inizia a sentire il dolore delle stigmate.

1948 :11 14 luglio scrive il secondo testamento spirituale indirizzato ai peccatori. Il 23 settembre riceve l'ultima visita di d. Umberto Pasquale. In dicembre inizia a farle visita il segretario dell'arcivescovo di Braga, Sebastiano Cruz.

1949 : Le sue condizioni fisiche continuano a peggiorare: ha sovente forti febbri con dolori trituranti. Il 1° ottobre le appare la Vergine del Rosario con la corona, con la quale vuole che avvolga il mondo.

1950-1951 : Il 14 aprile 1950 festeggia le sue nozze d'argento con il letto.

Cresce il numero delle persone che vanno a farle visita.

1952 : Nel settembre l'arcivescovo di Braga emana una nuova Circolare con proibizione per tali visite, ma alla fine di novembre tale proibizione è fatta rientrare, per cui riprende ancora più forte l'afflusso dei visitatori: è in pieno svolgimento la sua missione di evangelizzazione.

1953 : Questo anno è eccezionale in modo sorprendente per l'evidenza dell'azione divina in lei : solo da Dio può venirle la forza di sopportare il peso di folle di visitatori che, suddivisi a gruppi, passano a migliaia accanto al suo letto.

Ha numerose estasi pubbliche, alcune delle quali vengono registrate ; alcune sono da lei cantate. Il 25 dicembre ha l'ultima estasi pubblica.

1954 : In aprile ricorre il 12° anniversario dell'inizio del suo digiuno totale.

1955 : Il 7 gennaio sente da Gesù preannunciarle che è nel suo anno.

Il 6 maggio le appare la Madonna promettendole di venire presto a prenderla per il Paradiso. Il 13 ottobre vola al Cielo.

 

   

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