ALEXANDRINA E IL SACRO CUORE

Eugenia Signorile

CAPITOLO PRIMO

ALEXANDRINA AMA

 

Alexandrina, che sarebbe diventata un serafino d’amore, nasce con una forte predisposizione ad amare ogni realtà che la circonda e con la quale viene facilmente in contatto, per il suo temperamento gioiosamente estroverso.

Cresce poi in un ambiente religioso, con la cura e l’esempio della mamma.

Ecco che si sviluppa bene il seme gettato nel suo cuoricino al momento del battesimo.

Verso i 7 anni, nel suo primo incontro con Gesù, con Colui che la prenderà tutta per Sé, si accende la fiamma di quell’amore che divamperà sempre più ardente,

fino a suscitare atti di eroismo eccezionale, ed addirittura a portarla  a realizzare l’unione trasformante.

* * *

a) Le pare di non amare abbastanza

1 - Tutto muore in me; solo il dolore vive.

Vado alla finestra per contemplare la notte, il tabernacolo  (dalla finestra della sua cameretta si vede il campanile)  e invocare Gesù per alleviare il mio dolore. Invoco Gesù e gli dico:

“O Gesù del tabernacolo, o Gesù del Paradiso, aiutami, soccorri la tua figliolina: io voglio amarti e non ho amore!

Dammi l’amore che ti ha legato al tabernacolo, dammi l’amore che ti ha portato a creare tutto, dammi l’amore di Mammina, dammi l’amore di tutto il Cielo!

E’ con questo amore che voglio amarti, ed è con questo dolore immenso che voglio consolare ed alleviare il tuo Cuore amante”.  L (22-10-41)

 

2 - “Sacro Cuore di Gesù, io ho fiducia in Te. (...)

Solo Tu sai quanto desidero amarti. Fammi diventare folle d’amore per Te e fa’ che in tutto muoia la mia volontà, muoiano le mie aspirazioni, il mio io, affinchè Tu e soltanto Tu viva, mio Gesù!” S (16-08-46)

 

3- “Gesù, dammi il fuoco del tuo divino Cuore: non posso resistere a queste ansie d’amore.

E non posso sopportare per altro tempo ancora il dolore e la pena del tuo Cuore divino. (...)  S (22-03-46)

 

4 - “(...) O mio Amato, io vorrei percorrere in ginocchio il mondo intero per amarti; vorrei rimanere in ginocchio fino alla fine del mondo con le braccia aperte senza poterle incrociare, per amarti e fare che tutti i cuori Ti amino (...) purchè Tu mi lasci dalla Terra contemplare il Cielo e mi dia la certezza che Ti amo tanto da non poter amarti di più, e che Ti amo come Tu meriti.

Sono certa, Gesù, questa è la mia fiducia, che al vedere tante ansie d’amore il tuo Cuore divino non si tratterrebbe (não se continha). Tu in Cielo e io sulla Terra, mi daresti tanto e mi faresti contemplare Te e godere della tua gloria come se io stessi in Cielo presso il tuo trono divino.

Dammi amore, Gesù! E fa’ di me una pallina (ricorda S.Teresina), tutto quello che ti piacerà.

Io desidero, a costo del dolore, introdurre il tuo amore in tutti i cuori”.  L (06-08-40)

 

5 -  “Solo per amore mi lasciai ferire,

solo per amore il mio cuore sanguina,

solo per Te, Gesù, il dolore ha dolcezza,

solo in croce con Te la mia anima si allieta”.

(01-03-49); Ps, p. 38 ; P’s  p. 55

 

b) Ha sempre nel cuore le anime che fanno soffrire

6 - Da tutte le parti sorgevano sofferenze; sapevo che erano per me. Il mio cuore sorrideva a tutto e diceva: accetto tutto per amore.

“O mio Gesù, queste cose sono sollievi (baci e abbracci in grembo alla Madre durante la coronazione di spine mentre rivive la Passione), non consolazioni, lo sai bene.

Abbia il tuo divino Cuore la consolazione che potrei avere io.

Splendi Tu nelle anime, mentre io soffro nelle tenebre”. S (13-03-42)

 

7 -  “Come è ridotto il mondo!” (dice Gesù).

“E Tu, dolce Gesù! Il tuo divin Cuore ormai non ne può più”.

Io sto tra il mondo e Gesù per evitare che le  malvagità degli uomini vadano a ferire di più il suo Cuore tanto amante. S (12-04-45)

 

c)  Cerca rifugio nel Cuore di Gesù

8 - “Gesù, lasciami entrare nel tuo divino Cuore con tutti quelli che mi sono cari, affinchè Tu li ricompensi per me dando loro tutte le tue grazie e tutto il tuo amore.

Lasciami entrare con tutti i sacerdoti, affinchè imparino dal tuo divin Cuore e divengano somiglianti a Te.

Lasciami entrare con tutti i peccatori, affinchè si convertano e non ti offendano più.

Lasciami entrare con tutti quelli che mi hanno offeso, affinchè Tu li perdoni e dia loro anche il mio perdono.

Lasciami entrare con il mondo intero, affinchè esso sia salvo, giacchè nel tuo divino Cuore non corre più pericolo”. S (27-04-45)

 

9 - Ho tante ansie di possedere Gesù, di innamorarmi follemente di Lui, che, fissando il suo divin Cuore gli dico:

“Lasciami entrare, Gesù, in quella piaga divina, in quel Cuore di amore: voglio nascondermi, scomparire, sciogliermi in quel fuoco come ghiaccio che si scioglie al sole e scompare nascosto nella terra.

“Dammi amore, Gesù! Nascondimi! Non voglio apparire nel mondo”.  S (30-05-47)

 

10- Sono caduta, sono distrutta. Voglio rivivere, voglio rialzarmi e non posso.

In questo sfinimento, fisso Gesù e la cara Mammina, chiedo loro amore  (= capacità di amare): voglio amarli e non sono capace!

Quando glielo chiedo profondamente mi pare, per alcuni momenti, di scomparire dal mondo, di entrare nel costato di Gesù e di andare a bere alla piaga del suo divino Cuore, rimanendo lì a bere: ne traggo più vita e conforto.

Con questo conforto, sento come se in me battessero delle ali ostinate nel tentare di prendere il volo verso l’alto per portarmi alla vera vita.

Ma il dolore, le catene del dolore mi legano alla Terra: devo rimanere, non posso volare, non posso ancora partire (le restano ancora 8 anni di tribolato esilio sulla Terra!)  S (04-07-47)

 

11 -  Non potendo resistere a tante ansie ed al dolore di avere offeso il mio Gesù (in quanto vittima aveva vissuto in due mondi, uno di godimento e uno di dolore: aveva avuto desideri ansiosi di tutto ciò che è puro, di tutto ciò che è del Cielo, ma si sentiva a mani vuote. Ecco perchè teme di aver offeso il suo Gesù) mi abbracciavo al crocifisso (il c è minuscolo, quindi intende l’oggetto), baciavo tutte le piaghe di Gesù e, con le labbra unite alla piaga del suo divino Cuore, indugiavo lì per un po’ di tempo, come per ricevere conforto.

Quante volte mi sono perduta in quella piaga divina, a tal punto da parermi di aver lasciato il mondo!

Quando cominciavo a baciarla, chiedevo a Gesù di entrare in essa e di portare con me tutta l’umanità. S (26-03-48)

 

d) Gesù apprezza l’amore di Alexandrina

12 - “Mio Gesù, voglio essere tutta tua e amarti tanto quanto meriti e vuoi da me essere amato”.

Tornai ad essere tanto piccolina e tanto piena di miserie che mi sentii scomparire davanti a Gesù.

Egli mi strinse fortemente al suo divin Cuore e mi disse:

“Mi appartieni già tutta: ho già da te l’amore che desidero”.

Questa voce affettuosa uscì tanto dall’intimo del mio cuore che mi tranquillizzò e mi fece sentire per alcuni momenti che ero tra le braccia del mio Gesù, molto unita a Lui. S (11-10-45)

 

13 - (dopo la Comunione) La sua divina voce, più soave di quella degli angeli, si fece udire:

“Figlia mia, si squarciano le nubi, splendono i raggi del sole. (...)”

Gesù parlava e il mio cuore si dilatava, si dilatava: pareva mi uscisse dal petto e si elevasse alla massima altezza. Oh, come era grande!

“Cosa è questo, mio Gesù? Quale grandezza è questa che sento in me?”

“Mia figliolina amata, è l’edificio dell’amore, è la grandezza del tuo amore per il mio divin Cuore e per le anime.

E’ con questo amore che io voglio essere amato, è con questo amore che il mondo sarà salvo”.

 S (07-04-45)

 

14 - “(...) Più ho desideri ansiosi di amare, più vuota mi sento, più vorrei possederti. Io non ti amo, non ti amo, mio Gesù!”

“Tu ami, tu ami, mia innamorata. Non hai visto ieri, quando ti condussi all’Orto (rivivendo la  Passione) quell’anima che salì davanti a tutte le anime ed entrò nel mio costato ed andò a bere al mio divino Cuore? Fui io che volli farti vedere: eri tu stessa.

Non sei uguagliata né nel dolore né nell’amore.

Tu salvi con il dolore, tu salvi con l’amore: hai in te il potere di Gesù”.

“Quanto mi costa questo che mi dici! Solo Tu lo sai, Signore. Io non sono degna di tanto grande prova d’amore(...)  S (28-02-47)

 

15 - Tardò a parlarmi (dopo aver finito di rivivere la Passione). Quando arrivò, ovvero quando si fece palese, rimase come se immergesse nel mio cuore le sue divine labbra e bevesse senza fermarsi: io lo udivo (ouvia-O) bere avidamente.

“Figlia mia, bevo nella tua aridità, mi sazio alla fonte del tuo cuore: la tua sete di amare è amore. Voglio bere, lasciami bere, estingui la sete che ho di essere amato. (...)”

 Gesù le dà le sue piaghe da baciare e le dice:

“Estrai dal tuo cuore il balsamo del tuo amore e guariscimi tutte queste ferite: sei tu la mia infermiera”.

Volevo guarire Gesù e non sapevo come né con che cosa. Forzata non so da chi, cominciai ad estrarre dal mio cuore il balsamo di cui Gesù aveva parlato, cominciai a spanderlo sul suo divino corpo: ogni ferita scomparve.

“Che confusione, la mia, mio Gesù! Io, povera miseria, non sono degna di tale compito! Ti guarisco con ciò che è tuo, e non con ciò che è mio”.

Tutto questo avvenne mentre io ero sempre unita al Cuore del mio Gesù.

“E’ il tuo dolore con il tuo amore, figlia mia, la mia maggior consolazione e gioia. E’ il tuo dolore con l’amore il mio sollievo, la mia riparazione. Dammelo con gioia, dammelo sempre sulla tua croce”. S (18-07-47)

 

16 - “Abbi coraggio! Tu hai aumentato in te l’amore al mio divin Cuore, a misura che in te è aumentato il dolore.

Mi ami, mi ami e ami le anime”. S (03-10-47)

 

17 -  “Figlia mia, figlia mia, non è il dolore a darti la morte: sarà l’amore che te la dà. Sarai consumata da esso. Sarà l’amore che ti darà il Cielo, la tua patria al termine di questo esilio.

Il dolore è grande, ma è oltrepassato dall’amore.

Ama, ama, figlia mia, il mio divin Cuore! Fa’ che sia amato, amato da tutti i cuori.

Fa’ che l’amore porti il mio divin Cuore a dimenticare i crimini dell’umanità.

O figlia mia, figlia mia, come essa è pazza, pazza per i piaceri, pazza per tutte le malvagità e i crimini!

L’umanità, la povera umanità si trova in grande pericolo imminente!” S (04-06-48)

 

18 - “Figlia mia, figlia mia, dove sta il cuore sta l’amore; dove sta l’amore puro e ardente, sto io con il Padre e lo Spirito Santo : è qui nel tuo cuore che noi stiamo, qui abbiamo le nostre delizie.

O figlia mia, sposa diletta,  tu sei la pietra preziosa della mia corona, pietra che vi brilla con tutta la luce e tutto lo splendore, tu sei la pietra preziosa, il fiore grazioso che adorna  il mio divin Cuore. Sei la mia gioia, la mia follia d’amore: in te mi delizio, in te mi nascondo.

Con il tuo amore mi dimentico i crimini dei peccatori (...) Voglio ringraziarti per il modo con cui mi hai dato tutto ed hai accettata tutta la croce che ti ho dato”.(...)

“ O mio Gesù, mio dolce Amore, il mio cuore non può resistere a questi ringraziamenti. Che cosa ho fatto o sofferto io, che non abbia fatto o sofferto Tu?

Non posso sopportare che il Signore di tutto venga a ringraziare una sua creatura che è nulla, solo nulla”.

“(...) La tua piccolezza consola il mio divin Cuore. Tu sei fortissima, sei generosissima, sei la più grande eroina della sofferenza.

Non dovrebbe esser Gesù a ringraziarti, ma tutto il mondo. Quanto ti è debitore! Quante anime salve per le tue sofferenze, quanti castighi furono risparmiati al mondo!

Offrimi dolore, dolore, offrimi la tua croce!” S (31-12-48)

 

19 - (ha finito di rivivere la Passione) “Figlia mia, figlia mia, dammi il tuo cuore vittorioso, folle di amore per me, folle di amore per le anime. Dammi il tuo cuore pieno di amore in fiamme vive, perché mi tenga al riparo da tanti crimini che l’umanità commette: che questi crimini siano arrestati da queste fiamme, che non possano attraversarle per venire a ferire questo mio Cuore divino, che ama soltanto ed è così mal corrisposto.

Amami, amami, sposa mia. Offrimi il tuo dolore, accetta la croce che ti do. (...)”. S (11-02-49)

 

Terminiamo questo capitolo con un bellissimo dialogo tra Gesù ed Alexandrina:

20 - “Ho trovato in questo Calvario un’anima folle d’amore per me e per le anime. Ho trovato in questo Calvario un’anima molto folle d’amore al dolore, solo con lo scopo di darmi anime.

Calvario meraviglioso, Calvario di prodigi.

E’ Calvario di dolore infinito: poiché soffri il mio dolore, sei rivestita di infinito.

Questo Calvario di spine e di dolore senza pari si trasforma in un giardino stupendo che fa salire al Cielo il profumo dei petali che formano il puntello con il quale tengo sospesa la giustizia del mio Eterno Padre. (...) Il mondo pecca, il mondo pecca! Oh, quanto è ferito il mio divin Cuore!”

In questo momento Gesù emise dolorosi sospiri e io cominciai a vedere spuntare delle lacrime dai suoi divini occhi. Accorsi:

“Non piangere, Gesù  (qui c’è il “tu” anche in portoghese), non piangere! Non voglio vedere le tue lacrime.

Ecco qui il mio cuore che ti ama e non ti rifiuta nessuna sofferenza: dammi ciò che ti piace: sono la tua vittima”.

Vidi che una luce luminosa circondò Gesù, come fiamme vive per divorarlo (para O devorarem).

Gli domandai:

“Che luce e che fiamme sono queste?”

Mi rispose:

“E’ il tuo amore, è la consolazione che mi hai dato, è il tuo zelo per me e per la salvezza delle anime.(...)” S (01-07-49)

   

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